Nobel a 100 anni

rita-levi-montalcini1Il 16 Aprile, a Roma, è stato festeggiato il centesimo compleanno del Nobel Rita Levi Montalcini, la quale, da ciò che si evince dalle sue dichiarazioni, pare ringiovanire ogni giorno che passa.

“posso dire che oggi le mie capacità mentali sono maggiori di quelle che erano a 20 anni perché sono state arricchite da tante esperienze, così come non sono diminuite né la curiosità né il desiderio di essere vicino a chi soffre” così ha risposto hai giornalisti curiosi, ribadendo il fatto che non ha alcun timore della morte.

Ha continuato poi consigliando ai giovani di sentirsi fieri di essere italiani, poichè l’Italia può vantarsi di un capitale umano ineguagliabile non solo per la ricerca ma anche per l’attività sociale. Ha infine concluso: “sono profondamente commossa di essere arrivata a 100 anni dopo una vita vissuta con una gioia che, penso, ben pochi hanno avuto“.

La Montalcini nei suoi 100 anni ha effettivamente regalato all’umanità esempi di vera saggezza, dedizione al lavoro e grande impegno.

Basti pensare che, nell’epoca del secondo governo Prodi, all’età di 97 anni era una dei pochi senatori presenti a tutte le riunioni del Governo. Mentre tutti gli altri si assentavano per le ragioni più disparate, la senatrice a vita era ligia al suo ruolo, presentandosi sempre in orario e dando il buon esempio.


Parto in diretta della Henger

posatohengerTaluni sostengono che l’evoluzione della pornografia sia la ginecologia, e Eva Henger, pornodiva in pensione, sembra sostenere questa tendenza: ha deciso di partorire la sua terzogenita davanti alle telecamere.

il giorno di pasqua ha infatti posato per le cineprese di pomeriggio cinque, programma condotto dalla sua amica Barbara D’Urso, come mai aveva fatto prima di quel giorno, concedendo agli sguardi indiscreti di migliaia di italiani le emozioni del suo terzo parto.

La conduttrice del programma, data la sua espereienza di due figli, ha contribuito all’opera dandole dei consigli in diretta, rassicurandola e incoraggiandola.

La Henger, dal canto suo, ha già parecchia competenza in fatto di parto; dal suo precedente consorte Riccardo Schicchi ha infatti avuto due figli: Mercedes e Riccardino.

A tagliare il cordone ombelicale è stato il marito della Henger Massimiliano Caroletti, papà della neonata che è stata battezzata col nome di Jennifer.

Quel gran Poliziotto di Sting

sting_portrait_400Dopo le curiose confessioni a Vanity Fair Italia sul suo rapporto con le droghe, Sting ritorna sotto i riflettori della ribalta grazie ad un’altra sconvolgente rivelazione: il cantante dei Police sostiene, infatti, di poter avere rapporti sessuali della durata di almeno 5 ore.

Il segreto di cotanta potenza sessuale deriverebbe dalle pratiche tantriche che lui e la sua dolce consorte praticherebbero durante l’atto sessuale. A detta del cantante, per prolungare il piacere, basterebbe un respiro profondo addominale, legato a un movimento rotatorio del bacino, il mantenimento della colonna vertebrale sciolta e ondeggiante durante tutto l’atto amoroso.

Anche se le indicazioni suggerite da Sting potrebbero sembrare troppo complicate ai più, egli sostiene che le pratiche tantriche funzionano e portano la vita sessuale di chi le esegue ad un portentoso miglioramento.

Il cantante oramai è esperto di rivelazioni così curiose e esagerate: nel 2004 dichiarava “Non vivo da asceta, bevo e fumo spinelli ogni tanto, vi assicuro che le sigarette ammazzano di più…” alzando un gran polverone e suscitando scalpore tra i suoi fan, data la natura salutista e disciplinata della rockstar. Sting in quell’occasione dichiarò inoltre di essere favorevole alla legalizzazione delle droghe, in quanto molto meno dannose e mortali delle sigarette, considerate dal cantante la vera droga contemporanea.

La Regina non ama gli schiamazzi

queen_elisabeth_iilLondra – Buckingham Palace: sua altezza reale, la Regina Elisabetta II del Regno Unito posa, alla vigilia del G20, per una foto di gruppo con i capi di Stato e di governo presenti all’assemblea e, ahinoi, il nostro beneamato premier PierSilvio Berlusconi .

Tutto sembra procedere per il meglio, ma, si sa, le sorprese sono inaspettate e sempre in agguato: il nostro Primo Ministro, una volta terminata la foto, forse perchè in ultima fila e non vedeva (data la sua statura), o forse perchè oramai sta diventando un po’ sordo (data la sua età), si mette a gridare a gran voce il nome dell’inquilino della casa Bianca, Barak Obama.

La tattica sembra funzionare: il presidente degli Stati Uniti si volta e saluta cordialmente il premier italiano, mentre la maggior parte dei presenti ride sotto al naso, dato il tono un po’ azzardato utilizzato da Berlusconi.

Tono che, però, non pare essere piaciuto alla Regina: infastidita dal tono di voce piuttosto alto del premier italiano, si gira verso il colpevole: allarga le braccia e poi la sbatte sui fianchi, in segno di stizza e sconforto, poi si rivolge a Berlusconi. I microfoni registrano, anche se non si capisce molto bene, una frase che suona più o meno con un «Ma chi è? Suvvia…» o «Ma perché deve urlare così?».

Ecco il video dell’evento:

L’ingegnere Corradino D’Ascanio

484vh6Corradino D’Ascanio, l’ingegnere che per primo ne1 1930 ha fatto volare un elicottero di sua ideazione, non è noto a molti, ma grazie ad una delle sue trovate gran parte  degli italiani devono sentirsi in debito col suo genio: alla fine della grande guerra la Piaggio delegò all’ingegnere l’onere di ideare un motociclo a basso costo accessibile a tutti.

Fu così che nacque il primo prototipo della mitica Vespa che a 50 anni dal primo esemplare divenne lo scooter più famoso al mondo con 16 milioni di esemplari prodotti in 130 modelli diversi fino al 2005.

Negli ultimi anni, inoltre, migliaia e migliaia di club sono nati in onore del motociclo, portando la Vespa a non essere più un semplice mezzo di trasporto, bensì una vera e propria filosofia di vita.

Dal momento che personalmente sono un  accanito sostenitore della filosofia vespistica nonchè possessore di due Vespe piaggio cadute oramai in disuso, colgo l’occasione di rendervi partecipi dei miei ricordi, già esposti nel mio blog liceale, legati al rivoluzionario scooter:

però, quante ne ho passate con la mia vespa…
quando partivo da casa, che prima di tutto bisognava tirare l’aria, chè il motore era freddo; poi una pedalata secca e magicamente lo scoppiettio della benzina dentro il cilindro cominciava a sentirsi e una nuvola di fumo bianco faceva scomparire le pareti del garage; una bella sgasata per riscaldare il motore, allacciare il casco, acchiappare il manubrio e far saltare il cavalletto, e poi via su per la collina;
e vai piano che fa freddo e ci sono i tornanti che fanno paura…
che goduria il vento fresco sulla faccia e l’asfalto che sfreccia veloce sotto i piedi.
e poi a Torino a bere e a ballare per dimenticare quell’interminabile, ma pur sempre speciale, tragitto che ti porta ad un rapporto di amore-odio con la vespa…
e poi il ritorno…
mamma mia
un’epopea…
ogni volta, ogni santissima volta, alle 4 di notte se eri a Torino ed eri fortunato, potevi scorgere un ragazzo per le strade del centro che spinge una vespa cercando, invano, di metterla in moto…
eh sì
ogni volta, ogni maledetta volta saltavo in sella, tiravo l’aria chè il motore era freddo, una pedalata secca eh.. niente…
vabbè si riprova…
seconda pedalata…ancora niente…
sudore freddo…
slaccio il casco
terza, quarta, quinta, pedalata… dal faro della vespa spunta l’usuale bagliore, ma si spegne subito…
rasegnazione e frustrazione
si tira giù la vespa dal cavalletto e la si spinge per 10 metri, poi si mette la seconda e si spera che il motore riesca a mettersi in moto…
ecco…ora!!!
quando finalmente il motociclo riusciva a partire, cominciava il viaggio a ritroso verso la mia dimora:
mamma mia…
per le curve della collina con un tasso alcoolico del sangue che non ti permette di distinguere la rava dalla fava, con uno strano sorriso sulle labbra, la soddisfazione di esser riuscito finalmente ad accendere il motociclo,con un faretto che ti permette di vedere giusto quello che sta accadendo nei paraggi dell’avantreno, mi sentivo finalmente realizzato…


Da Belair a Holliwood

will_smith_umvd001Ve lo ricordavate quando accompagnava le nostre giornate fanciullesche con la sua prima serie TV Will il principe di Belair? Bhè, non c’è che dire, da quell’epoca che adesso sembra così remota, Will Smith ne ha fatta parecchia di strada, arrivando in cima all’olimpo holliwoodiano.

La sua fama cominciò proprio con  la sit-com più amata dagli italiani nella quale Will interpretava fondamentalmente sé stesso, un ragazzo di strada di Filadelfia trapiantato a Beverly Hills. La serie ebbe un successo clamoroso, negli Stati Uniti ed all’estero, e andò avanti per ben sei anni.

Ma il vero trampolino di lancio grazie al quale la critica cinematografica ebbe occasione di notarlo fu il suo primo lungometraggio 6 gradi di separazione. Grazie al discreto successo che ebbe il film, Will venne ingaggiato per partecipare alla realizzazione del suo primo film blockbuster indipendence day in cui avrebbe avuto il ruolo di protagonista.

Da quel momento in poi la sua fama crebbe enormemente: registi e produttori se lo contendevano avidamente mentre il pubblico lo acclamava a gran voce.

Ma ciò che molti non sanno sul conto di Smith è che, oltre ad essere un attore di successo, è anche un discreto cantante hip-hop: prima di cominciare la sua carriera nello spettacolo  conobbe ad un party Jeff Townes, con il quale iniziò la sua collaborazione artistica; presero il nome di DJ Jazzy Jeff and the Fresh Prince.

pop-porno Rocco

roccosiffrediTutti lo conoscono, ma solo qualcuno dichiara apertamente di averlo visto sul piccolo schermo, forse perchè la pornografia è ancora ritenuta immorale. E’ ormai qualche anno che non si sente più parlare della star del porno Rocco Siffredi, quando riusci ad entrare in tutte le case degli italiani grazie alla sua partecipazione nello spot pubblicitario delle patatine Amica chips.

In un primo momento il Giurì di autodisciplina pubblicitaria aveva censurato lo spot per volgarità, indecenza e mercificazione della donna. La critica ai danni della reclame derivava dal fatto che traeva libera ispirazione alla “Mansion” del celebre Hugh Hefner fondatore di Playboy, attorniato da molte belle ragazze in costume in un improbabile giardino, dove affermava che nonostante la sua grande esperienza non aveva mai assaggiato una patatina tanto buona. L’audace gioco di parole finì con la censura.

Solamente in un secondo momento uscì una variante dello spot; ecco il testo:

« Io di patatine ne ho viste tante. Gustose, fragranti. Non ce la faccio a stare senza, ne ho provate di tutte.

Americane, tedesche, olandesi, grandi e piccole, con la sorpresa. Le prendevo così, senza tanti complimenti, anche tre alla volta. Ma nessuna è come questa. Fidati di uno che le ha provate tutte. »

Oltre ad essere un attore del cinema erotico, Siffredi è anche regista e produttore di film hard. La sua casa di produzione, Siffredi Production è conosciuta in tutto il mondo, sopratutto oltreoceano, dove l’attore viene soprannominato The Italian Stallion, in ragione della lunghezza del suo pene, 23 centimetri.

Ma Siffredi non è fatto solo di pornografia; è, infatti, sposato con la ex-collega Rózsa Tassi (già Miss Ungheria) incontrata al Festival di Cannes nel 1993 e conosciuta in Italia con lo pseudonimo di Rosa Caracciolo, con la quale ha interpretato anche alcuni film e dalla quale ha avuto due figli: Lorenzo nel 1996 e Leonardo nel 1999.

Dal 2004,  come promesso in un’intervista rilasciata alle Iene (vedi video), ha terminato la sua carriera di pornoattore, non rinunciando, però, a prendere parte in svariati film da lui diretti. Nell’intervista doppia con Eva Henger colpisce per la sua naturalezza e per i suoi princìpi morali che hanno contribuito a portarlo alla gloria: dal 1991, quando vinse il premio per Miglior scena di sesso di gruppo, Siffredi ha collezionato una quarantina di premi dell’AVN Awards, tra cui:

  • Miglior regista (Who fucked Rocco?)
  • Miglior serie continuativa di film (Rocco: Animal Trainer)
  • Miglior regista di video (Ass Collector)
  • Interprete maschile dell’anno, nel 1993, 1996
  • Interprete maschile dell’anno (Film straniero), nel 2003
  • Miglior scena di sesso anale (The Fashionistas)

L’ex gay di Povia

ing_povia_0001-22-03-08-18-38-27Povia, o meglio Giuseppe Povìa, anche quest’anno ha sollevato un bel polverone: dopo il bidone che ha rifilato alla campagna di solidarietà a favore dei bambini del Darfur Avamposto 55 dell’anno scorso, all’edizione di Sanremo 2009 il cantautore milanese ha fatto insorgere una marea di critiche da parte dell’arcigay per la sua canzone “luca era gay”.

La disapprovazione nasce dal fatto che il titolo e il testo della canzone che ha proposto al festival sanremese sono da ritenere offensive e di stampo razziale verso il mondo omosessuale. Il brano narra, infatti, di un processo di cambiamento sessuale di un ragazzo. La storia parla anche delle “cause” dell’omosessualità del protagonista, addebitata ad una madre oppressiva ed un padre assente, nonché all’iniziazione ai rapporti omosessuali da parte di un uomo adulto; cliché che danno un taglio generalmente patologizzato dell’omosessualità, anche se la canzone contiene il verso “nessuna malattia, nessuna guarigione“, e che hanno suscitato le proteste dell’Arcigay e delle principali associazioni LGBT.

Povia, d’altra parte, è ormai abituato ad essere nell’occhio del ciclone: un anno prima delle proteste per “Luca era gay”, era già sotto i riflettori della ribalta poichè sospettato di non aver dato il compenso pattuito ad un’associazione incaricata di costruire un ospedale per i bambini del Darfur. Fece scalpore l’intervista rilasciata al settimanale Io donna dall’ex manager del cantante Angelo Carrara, secondo il quale a favore dell’ iniziativa solidale il cantautore avrebbe dovuto devolvere per un anno i proventi derivanti dai diritti d’autore della sua ultima canzone i bambini fanno oh; si trattava di una cifra che girava attorno ai 78.000 €, mentre invece il cantante ne ha devoluto nemmeno la metà (35.000 €).

bagarre e mourinhate

mourinhoChi lo odia e chi lo ama: l’allenatore nerazzurro è sulla bocca di tutti dall’inizio del campionato; tra scomodi commenti sulle squadre avversarie e imbarazzanti esegesi sul proprio ego, Mourinho si è conquistato un posto nella top ten dei personaggi più presenti sul panorama mediatico italiano.

Ultimamente, però, le critiche dello special one sono rimaste sul groppone di molti, aumentando la pressione dei media nei suoi confronti: da Ranieri ad Ancelotti, da Adriano a Shevchenko, da Moratti a Berlusconi, tutti sono stati “battezzati” dalle polemiche di Mourinho.

Ma è al chiambretti night show che l’allenatore portoghese ha dato il meglio di se: tra ballerini scatenati, ragazze coniglietto e spogliarelli mozzafiato, il tecnico non si è mai scomposto, non perdendo il suo sguardo da duro e le solite smorfie ormai note a tutti. Ma a fare da padrone della serata sono state le sue postille avvelenate.

Comincia subito con il conduttore dello show: “Non ti approfittare del fatto che non parlo bene l’italiano, altrimenti ti chiamo nanetto come succedeva al Festival di Sanremo” che, con grande charme, non esita un attimo e continua l’intervista.

Al termine della serata, per finire in bellezza, si esalta e conclude: “Dovrei sorridere di più? In fondo neppure Gesù piaceva a tutti“. Le sue manie di grandezza lo portano addirittura a confrontarsi con Cristo. Per di più non è nemmeno la prima volta che esce con battute del genere; basti pensare che qualche tempo fa, in un intervista rilasciata alla gazzetta dello sport aveva dichiarato:”Non sono il migliore del mondo, ma penso che nessuno sia meglio di me“.

E’ proprio vero che la madre degli imbecilli è sempre incinta…

John Belushi, fratello del Blues

belushi_in_animal_houseMalgrado abbia recitato in una manciata di film e registrato un paio di album musicali a nome dei “Blues Brothers”, John Belushi si è conquistato un posto nell’Olimpo delle star americane, complice anche la morte prematura per overdose.

La sua carriera, cominciata dal ruolo di comico imitatore del cantante Joe Cocker, è segnata da grandi successi cinematografici e musicali; due sono le tappe fondamentali che hanno reso John degno di essere ricordato: i lungometraggi “Animal House” prima e “The Blues Brothers” poi.

Ma quello che non tutti sanno è che la sua dote di attore non si sarebbe limitata a questi due film, ma avrebbe potuto continuare per parecchio tempo; poco dopo la sua scomparsa, infatti, Belushi, l’amico Aykroyd ed Eddie Murphy, avrebbero dovuto cominciare le riprese per un nuovo film: “The Ghostbusters”. L’improvvisa morte di Belushi fece ritardare di due anni il progetto, che venne realizzato solo nel 1984. Il suo ruolo fu interpretato da Bill Murray, che grazie a quel film ottenne una fama strepitosa.

Oltre a Ghostbusters, Belushi avrebbe dovuto riaffiancare il suo caro amico Dan Aykroyd anche nel film “Una poltrona per due” nel quale, però, prese parte Eddie Murphy.

John scomparve il 5 marzo 1982 in una stanza dell’albergo “Chateau Marmont”, a Los Angeles. La causa della morte fu un’iniezione letale di cocaina ed eroina che gli venne fatta al termine di una notte di bagordi (di cui furono testimoni e partecipi Robin Williams, Jack Nicholson e Robert De Niro) da Cathy Smith, tossicodipendente, groupie e spacciatrice, che ha scontato 15 mesi di carcere e si è poi rifatta una vita in Canada.

La sua morte sconvolse il mondo dello spettacolo e ancora oggi molta gente cerca di immaginare come possa essere il mondo se ci fosse ancora John.

“…quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare…”